L’ecosistema sta cambiando sempre più: la colpa è spesso dell’uomo e di alcune attività e atteggiamenti che potrebbero essere evitate. Come ad esempio lasciare, o peggio ancora, gettare dei rifiuti in mare, che finiscono per intralciare, modificare o mettere in pericolo la vita di tantissime specie marine.
I polpi, ad esempio, stanno modificando le loro abitudini, come dimostrato da uno studio pubblicato sulla rivista Marine Pollution Bulletin e condotto dalla University of Rio Grande in Brasile. Osservando 24 specie di polpi, lo studio ha rilevato che gli animali si rifugiano in vecchie bottiglie o persino in una batteria usurata, trasportando all’interno anche conchiglie e tappi di plastica. I dati sono stati ottenuti attraverso 261 segnalazioni e a immagini inviate dai cittadini di tutto il mondo, ma in particolare dell’Asia, tra il 2018 e il 2021 e indicano che oltre il 40% delle volte i polpi cercavano rifugio in oggetti di vetro, mentre nel 24% dei casi in quelli di plastica.
This octopus shouldn't be carrying plastic! It's time to #BreakFreeFromPlastic to keep our oceans safe. Tell U.S. Congress to protect our oceans and marine life from plastic pollution: https://t.co/XsCjU76pQT pic.twitter.com/jQaci0vZIj
— Oceana (@oceana) October 25, 2020
Lo studio è stato riportato dal sito ScienceDirect e da greenme.it con le parole dei ricercatori, i quali hanno sottolineato l’incredibile intelligenza e spirito di sopravvivenza dei polpi, ma che tuttavia non può essere abbastanza per giustificare quanto accade nei nostri mari. Il rischio per questa specie è sempre molto elevato, se pensiamo a quanti metalli pesanti o sostante chimiche nocive siano presenti nelle lattine, nelle bottiglie e in generale negli oggetti che finiscono (o possono finire) in mare.
Diver convinces tiny octopus to trade his plastic cup for a seashell.
— Wonder of Science (@wonderofscience) July 30, 2020
Full video: https://t.co/zvy2lJE8kM pic.twitter.com/vDU2kkhVQb
Immagine di copertina: screen video via Twitter