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La plastica commestibile: più resistente di quella fatta con il petrolio

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Pubblicato il 14/03/2022
Di Team Digital
La plastica commestibile pi resistente di quella fatta con il petrolio

Una scoperta che ha dell'incredibile: qualora la tipologia di imballaggio fosse diffusa sul mercato oltre a ridurre in maniera significativa l'uso di plastica non biodegradabile, potrebbe proteggere meglio gli alimenti.


Parola d’ordine: riduzione dell’uso di combustibili fossili per produrre plastica. È proprio questo uno dei principali obiettivi di molte aziende per contribuire alla riduzione di plastica dannosa all’ambiente. RDS è tra le aziende con un chiaro obiettivo di sostegno e tutela dell’ecosistema, sostenuto con diversi progetti a tema green.


Tra le ultime trovate scientifiche a beneficio dell’ambiente c’è uno studio condotto da un gruppo di ricerca chiamato Composites and Hybrid Nanocomposites Group (GCNH) presso l’Università statale di San Paolo (UNESP) che è riuscito a realizzare la bioplastica (o “plastica verde”) dalla gelatina di tipo B facilmente reperibile nei negozi al dettaglio sotto forma di polvere incolore. Dallo studio è stato creato un tipo di plastica dai molteplici effetti positivi.


La gelatina è stata uno dei primi materiali utilizzati nella produzione di biopolimeri, ed è ancora ampiamente utilizzata grazie alla sua abbondanza, al basso costo e alle eccellenti proprietà di formazione del film. Tuttavia, i biopolimeri per l’imballaggio hanno caratteristiche che devono essere migliorate per essere paragonabili ai prodotti petroliferi, soprattutto per quanto riguarda le proprietà meccaniche e la permeabilità al vapore, per questo i ricercatori hanno aggiunto cloisite Na+ nanoclay alla gelatina. L’aggiunta di nanoclay ha reso il film più omogeneo e ne ha aumentato la resistenza alla trazione a 70 megapascal (MPa). Gli imballaggi convenzionali in polietilene hanno meno della metà di questa resistenza alla trazione (nell’intervallo 20 MPa-30 MPa). È stata anche aggiunta una nanoemulsione a base di olio essenziale di pepe nero per conferire alla confezione un sapore e un odore più attraenti.


Una scoperta che ha dell’incredibile: qualora la tipologia di imballaggio fosse diffusa sul mercato oltre a ridurre in maniera significativa l’uso di plastica non biodegradabile, potrebbe proteggere meglio gli alimenti.


Fonte foto: Pexel


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