Una sorta di testamento, di excursus della propria vita, fatta a mente lucida e 12 anni prima dell’effettiva morte.
In queste ore è stato pubblicata un’intervista che il “New York Times” aveva fatto ad Angela Lansbury nel lontano 2010, ma con un accordo ben preciso: tale contenuto sarebbe dovuto essere reso pubblico soltanto dopo la morte della grande attrice. Che, come tutti purtroppo sappiamo, è avvenuta lo scorso martedì 11 ottobre.
“Posso dire in tutta onestà di essere stata una buona attrice. Sono stata principalmente un’attrice non un bel faccino.”
Inizia così, con una frase che può sintetizzare il resto dell’intervista, il racconto di Angela Lansbury sulla sua vita professionale.
Una grande carriera, che l’ha vista per tutti essere Jessica Fletcher, la protagonista de “La Signora In Giallo” che tutti noi abbiamo imparato e conoscere e ad amare, soprattutto nei pomeriggi degli anni ’90 a casa delle nostre nonne. Ma Angela Lansbury è stata anche la protagonista di pellicole come “In volo per un sogno”, “Pomi d’ottone e manici di scopa” e “Tata Matilda”.
A tal proposito, Angela Lansbury ha dichiarato:
“Sono stata soprattutto una caratterista, ma il ruolo in cui non sono stata una caratterista è stato proprio quello di Jessica Fletcher. Jessica Fletcher era probabilmente la cosa più vicina, non a me, ma alla donna che sarei potuta essere se non fossi diventata un’attrice.”
Nel corso della sua straordinaria carriera, di oltre sessant’anni, Angela Lansbury ha vinto 6 Golden Globe, un premio Oscar alla carriera e 5 Tony Awards. Proprio sui riconoscimenti ottenuti, l’attrice ha fatto mente locale sul fatto di non aver vinto l’Oscar alla prima nomination, da attrice giovanissima: sarebbe potuto essere per lei un “terribile deterrente, perché non sai cosa fare dopo”.
Nell’intervista, la Lansbury dice di voler essere ricordata come un’attrice che, grazie al suo lavoro, “ha permesso alle persone di evadere dalle loro vite e poter essere trasportate in altri spazi della vita”.
E oggi ognuno di noi può sicuramente dire che conserva un ricordo specialissimo legato alla sua strepitosa carriera.
Immagine di copertina: LaPresse