Expo è anche un caleidoscopio di profumi, sapori, fragranze che sanno di esotico. Girare tra i padiglioni significa conoscere culture (gastronomiche e non solo) di ogni tipo: diventa un viaggio nei gusti del mondo, una scoperta di suggestioni ignote fino a ora. La cosa più divertente è forse imbattersi in tradizioni diverse, intuire un Paese lontano attraverso le sue ricette, assaggiandone i piatti. A noi di identitagolose.it fa piacere trovare, nei mille menu possibili, prodotti mai assaporati prima, per saggiarne il fascino magari nell’attesa che – dato che la cucina è sempre più fusion, subisce giorno dopo giorno le contaminazioni di altre storie – divengano abituali anche tra noi.
Prendiamo il padiglione cileno. Ci si accomoda ai tavolini per mangiare, magari, il Pastel de choclo: un tortino di mais grattugiato con carne, uova e cipolle; un po’ troppo dolciastro per il palato italiano. Certamente più affine al nostro gusto è il salmone della Patagonia, che vive in acque cristalline e finisce tra le nostre fauci, affumicato con legno nativo, accompagnato da foglie di stagione, tuberi cileni croccanti, limone e sedano.
Fascinosa la zuppa di ostriche, come dessert non male le “Mutande rotte” (un biscotto tradizionale spolverato di zucchero a velo) o il Cuchuflì, un cilindro di sfoglia croccante e dolce, ripieno di manjar (una sorta di dulce de leche fatto con caramello e latte aromatizzati) e lucuma (un frutto cileno molto zuccherino).
Ma l’assaggio più originale è certo quello dell’Abalone in salamoia con maionese. L’abalone è una specie di vongola che vuol diventare capesanta ed affetta da gigantismo. In effetti ve ne sono di tante tipologie e grandezze diverse, mangiano alghe brune e vivono sui 15 metri di profondità, attaccati a sassi e rocce dove possono ripararsi dalla luce. Si trovano in California, in Sudafrica, in Australia, sulle coste del pacifico e anche nella nostra Sicilia orientale. Sono rari e pregiati, considerati frutti di mare per intenditori. Il nostro era, come detto, enorme, dalla polpa un po’ gommosa ma dal gusto piacevole.
Il menu cileno è stato sviluppato dal più importante chef di quel Paese, Rodolfo Guzmán, insieme a cuochi di cucina popolare, in modo da contemplare tutte le tendenze.