Quella composta da Alessandro Negrini e Fabio Pisani è una delle giovani coppie d’oro della cucina italiana. Quando arrivarono a Milano, avevano 52 anni in due: erano stati chiamati da Aimo Moroni, il mitico chef del Luogo di Aimo e Nadia, e scherzavano con lui, sostenendo che, invece di loro due, avrebbe forse fatto meglio a prendere uno chef solo, cinquantaduenne. Si legge su “100 chef x 10 anni – I 100 chef che hanno cambiato la cucina italiana”, appena edito da Mondadori con Identità Golose: “Si profilava per loro un compito da far tremare i polsi a colleghi più esperti: impostare un complesso passaggio generazionale, non tanto ripetere la cucina di Aimo e Nadia, quanto coglierne lo spirito (gli ingredienti, l’italianità…) per proporre qualcosa di originale. La scelta di Aimo si sarebbe rivelata azzeccata. I due sono una coppia affiatata che si è incontrata Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio, entrambi del 1978 e con alle spalle anni di peregrinazioni».
Pisani, pugliese, appassionato di carni e devoto alla cima di rapa, è stato un triennio a Parigi al Grand Vefour e un biennio a Londra al Waterside Inn, prima di tornare in Italia alla corte dei Santini. Con Negrini, impiatta una cucina che porta nel futuro la migliore classicità regionale italiana, già rivista nei decenni da Aimo. E lo fa ascoltando buona musica: Snow in Vegas di David Gray (ma hli piace tutto l’album dalla quale è tratta, Mutineers), poi Richard Ashcroft con Break The Night With Colour, The Jezabels con Endless summer, Placebo con Loud like Love. L’ultimo concerto cui è andato? Quello degli U2.