Il rosa non è sempre stato il colore delle bimbe, così come il blu non è sempre stato un colore maschile. Tutto è cambiato con “Barbie“.
Partiamo però dalla fine, ovvero dal fatto che rosa e blu sono diventati i due colori che distinguono il genere femminile da quello maschile, e che oggi – non senza fatica – la personalità (più che la moda) sta cercando di rimodellare canoni percepiti con una certa intransigenza.
Va da sé che questa distinzione nasce dal lontano 1959, con l’arrivo di “Barbie” e di alcuni stereotipi che si sono stratificati nella società che – anche Barbie – col tempo ha cercato di cambiare. La “Barbie” di oggi è infatti all’avanguardia su molti temi sociali ed è profondamente più inclusiva, sebbene nessun passo indietro sia stato fatto sui colori, perché il rosa è il colore per antonomasia della nota bambola, un colore che – da quel dì – è diventato simbolo delle bambine.
La storia però, racconta di quali colori si vestivano i bambini prima dell’avvento di Barbie (e soprattutto prima dell’uscita del suo riuscitissimo film).
Quali erano i colori dei bambini, prima dell’arrivo di Barbie?
Nel 18° secolo infatti, i colori erano invece invertiti: da un lato i maschietti usavano il rosa, colore che derivava dal rosso (anch’esso molto usato). Per contro, le femminucce del XVIII secolo, vestivano non di rado con il colore blu. Tutto questo fin quando, nel ‘900, prese piede il bianco, sia per i maschi che per le femmine. Il bianco, che da un lato era sempre luminoso, era un colore più pratico e la praticità – nel lavaggio – si unì così al gusto. Almeno fino a quando non entrarono in gioco i colori pastello prima (e Barbie poi).
Serviranno decenni per mettere in discussione tutto e far sì che rosa e azzurro, non rappresentino più due colori così distintivi. La personalità prende il sopravvento sul colore, e definisce di conseguenza anche la moda.
Emblematico è il videoclip di uno dei grandi successi di Ed Sheeran: vestito di rosa, il cantautore di “Bad Habits“, risulta pressoché perfetto.
Immagine di copertina: LaPresse
